E perché non avevano interprete, era cosa travagliata e impossibile il potersi intendere, benché molte parole vi si spendessero: co' segni solamente qualche cosa l'un dell'altro intendeva. E mentre che questo passava, andavano e tornavano molti Indiani, e mostravano d'avere gran piacere co' cristiani, e senza spavento o timore vi conversavano, come se di gran tempo a dietro veduti si fossero. Venivano con molte risa e s'assettavano in conversazione co' nostri ispenseratamente, e parlavano di lungo, e con deti e con le mani facevano segni, come se intesi fossero da quelli che li miravano. Poi cominciarono a portare delle loro gioie, e diedero a' nostri due circelli da orecchie d'oro con sei pendenti, e un collaretto o gargantina di dodeci pezzi con 34 pendenti, e sette filze come di pater nostri di creta, tondi e vagamente indorati, e un'altra filza minore di pater nostri minuti indorati; e tre cuoi rossi a modo d'impiastri fatti, e un ventaglio, e due mascare di pietre minute, come turchine, e poste d'opera musaica sopra legno, e con alcune ponticelle d'oro nell'orecchie. In compensa di queste cose i nostri diedero loro certe filze di pater nostri dipinti e altri verdi di vetro, e un specchio indorato e certe scarpette da donna, cose che tutte in Europa non averebbono potuto valere piú che due o tre giulii d'argento. E gli altri Indiani che con questi principali venivano, barrattavano con gli altri cristiani mante e tovaglie sottili.
Il capitano diede loro ad intendere il meglio che seppe che li portassero dell'oro, mostrandoneli alcun pezzo e dicendo loro che i cristiani non volevano altra cosa.
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