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      In questo mezo da molte parti concorrevano genti al Cortese, il quale donava cortesemente a tutti e ne era perciò da tutti i suoi molto amato, come ne era all'incontro odiato il Velasco. Egli fu cosí sollecito e seppe cosí ben negociare, che l'imperatore nostro, intese queste discordie, fece in Valladolid alli 22 d'ottobre del 1522 una provisione e ordine che, poi che per queste differenzie s'era ribellato Mescico e ne era successo molti scandali e arrobbi e morti, volendo provedervi, faceva suo governatore in quella terra Fernando Cortese, finché altramente ordinasse, e si terminassero per giustizia e si vedessero nel conseglio reale dell'Indie queste loro differenzie, e che Diego Velasco non andasse né mandasse in quella contrada né armata né gente alcuna sotto certe pene. Fu questa provisione notificata al Velasco per Francesco delle Case, cognato del Cortese e del quale si farà menzione nelle cose della Nuova Spagna, nel mese di maggio del 1523, nella città di S. Giacomo nell'isola di Cuba. Questo fu un principio e fine della rovina del Velasco, il quale, obediendo a Sua Maestà, mandò nondimeno alla corte di Spagna un cavaliero suo amico, chiamato Manuele di Rogias, a notificare e dichiarare gli aggravii suoi e a chiedere giustizia di questo torto. E poi anco l'anno seguente del 24, avendo deliberato d'andare esso in persona a querelarsi del Cortese davanti all'imperatore, e dire i suoi servigi e le grosse spese che in quella impresa fatte aveva, vi si trapose in mezzo quella che tutte le contese termina, che è la morte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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