Nel tempo del passaggio di questi uccelli, ne passano molte e grosse compagnie per quella isola, e perché ivi sono alcune lacune e stagni, quando si posano in terra per pascere e per riposarsi presso a questi laghi s'impongono. Gl'Indiani che ivi presso vivono gettano in acqua certe gran cocozze, vote di dentro e tonde, che vanno alquanti giorni sopra l'acqua, e il vento le porta ora a questa parte ora a quella, e le conduce presso la terra. Le papere da principio se ne scandalizano, e s'alzano e s'allontanano dalle cocozze, veggendole muovere. Ma quando poi si accorgono che da quel moto non ne viene loro danno alcuno, s'assicurano a poco a poco, e di giorno in giorno vi si domesticano, e in tanta sicurtà ne vengono che molte di loro si arrischiano di montarvi suso. E a questo modo vi vanno notando, ora a questa parte ora a quella, secondo che il vento e l'aere muove quelle cocozze. Quando gl'Indiani veggono che le papere vi si siano bene assicurate e domesticate, senza punto spaventarsi di quel moto, se ne va il cacciatore e pone tutta la testa dentro una cocozza vota, come quelle che vanno notando per l'acqua, e si cala questa cocozza giú fino alle spalle; ed esso si pone con tutto il resto della persona dentro dell'acqua, e per un picciolo buco che ha fatto nella sua cocozza al diritto degli occhi mira dove le papere stiano, e cosí si va a porre loro da presso, e alcuna tosto su la testa li monta. Egli, quando se ne accorge, pian piano si scosta da quel luogo e notando anco, se vuole, senza essere inteso né da quella che ha sul capo né dall'altre, perché questi Indiani sono piú atti al notare di quello che possa uomo pensare.
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