Cap. IIII.
Quando in questa isola Spagnuola l'admirante don Diego Colombo e questa regia audienzia e ufficiali di Sua Maestà intesero la ribellione degl'Indiani della costiera di Cumana e delle altre provincie che si sono dette, e come i nostri avevano abbandonata l'isola di Cubagua, il piú tosto che fu possibile posero in punto una armata per dovere quelli ribelli castigare e ricuperare l'isola delle Perle, e ne fecero capitano un cavaliero, cittadino di questa città di San Domenico, chiamato Gonzalo d'Ocampo; il quale, conducendo da 300 uomini sopra alquante navi e caravelle ben fornite di quanto bisognava, passò nel 1520 in quella terra ferma, dove tenne bel modo in prendere alcuni de' principali Indiani malfattori, perché, sorto che fu con l'armata, venivano gl'Indiani alla costiera e dimandavano i nostri donde venivano, e quelli rispondevano: "Castiglia, Castiglia". E gli Indiani replicavano: "Haiti, Haiti", che volevano dire che da questa isola Spagnuola, chiamata anco Haiti, venissero. Ma i nostri rispondevano: "Castiglia, Castiglia", e mostravano loro delle cose da barrattare e del vino, che è quello che essi piú vogliono. Credendo adunque essi che i nostri non sapessero nulla delli cristiani e frati che morti avevano, e che venissero di Spagna, avendo pensiero d'ammazzare anco questi altri, come a quelle altre caravelle fatto avevano, si arrischiarono alcuni de' principali ad entrare nelle navi, e dicevano al capitano che smontasse in terra, e portavanli a mangiare delle cose del paese, e facevano altre simili demostrazioni di pace, fingendo di sentire piacere della venuta di questa armata.
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