Il capitano tenea le genti ascose sotto coverta, e non si vedevano nelle caravelle altri che i marinai, e con questi gl'Indiani si festeggiavano.
Ora, quando al capitano parve tempo, diede il segno a' suoi, i quali uscendo presero alcuni Indiani principali, de' nomi de' quali, e degli errori e falli loro, portavano lista e informazione. Il capitano, fatto loro confessare la verità di quello che avevano contra i nostri oprato, li fece appiccare alle antenne delle navi, per dare esempio ai traditori e ribelli che nella marina stavano tutto questo mirando. E fatto questo saviamente senza pericolo, se ne andò all'isola di Cubagua, dove smontò e accampò con le genti che conduceva. Indi poi passò alla provincia di Cumana e di Tacari ed entrò dentro terra, e prese in piú volte molti Indiani, e fece giustizia di quelli che li parve, e altri n'ammazzò che si difenderono per non essere presi.
Mentre che questa guerra durava, vennero i nostri a fare pace con un caciche principale di quella contrada chiamato don Diego, e per mezzo di questa pace si cominciò a fare popolo e terra in Cumana, appresso al fiume, lungi mezza lega dal mare, e chiamarono questa terra Toledo, dove stette questo capitano con le sue genti alcun mese; ma non era egli molto dai suoi stessi soldati amato.
In questo tempo avvenne che gionse quivi con certi vasselli un chierico chiamato il licenziado Bartolomeo dalle Case, con commissioni ampie di Sua Maestà per potere quivi far popolo e nuova abitazione, e portava le sue capitulazioni che sopra ciò fatte aveva, come piú di lungo nel seguente capitolo si dirà. Giunto adunque questo licenziado, fu in discordia ed ebbe molte differenzie col capitano Gonzalo.
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