Come, di due navi che di Spagna in questa isola venivano, la prima si perdé, e se ne salvò la gente in una isoletta disabitata; e poco poi si perdé anco l'altra ivi presso, ma miracolosamente salvandosi ricuperò le genti sue e dell'altra nave perduta e seguí il suo viaggio.
Cap. VII.
Nel 1521 venivano di Spagna per questa città di S. Domenico due navi di conserva: dell'una era capitano Francesco di Vara, cittadino di Triana, dell'altra Diego Sances, pur di Triana o di Siviglia. E quando presso all'isole di queste Indie giunsero, la nave di Francesco di Vara si perdé nelle seccagne dell'isole che chiamano le Vergine, ma si salvò la gente, se ben si perdé la nave con quanto dentro vi era.
L'altra nave diede nelle seccagne d'un'altra isola che ivi presso era, chiamata l'Annegada perché è una isola assai bassa e non si vede finché non vi si giunge sopra; e fra quaterna e quaterna della nave, in quel percotere del forziero, vi restò ficcata nelle tavole una pietra dello scoglio nel quale il legno percosse. La nave passò oltre e la pietra restò molto nelle tavole fissa, ma non cosí misurata e giusta che non vi restasse fra lei e le tavole spazio onde potesse entrar acqua dentro; anzi, tanta ve ne entrò che il vassello se ne scese giú, finché toccò in terra e vi si assise e restovi diritto. Cominciarono ad aggottare l'acqua con le trombe, ma non bastavano, ancorché avessero alleggerito le botti e l'altre cose della nave. Ma, accortisi che il legno toccava in terra e che, se ben stava pieno d'acqua, si potea votare se si ritrovava onde l'acqua entrava, gettarono l'ancore, perché la corrente e le onde non facessero volgere di costato la nave.
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