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      Nel tempo che questa gente nella terza isola degli Alacrani stette, vidde molti falconi pellegrini di passaggio, i quali non si davano però a mangiare gli uccelli che si sono detti, ancorché per questi si conoscesse quando i falconi venivano: perché molto prima come spaventati verso il mare volavano. E stando perciò i nostri molto attenti a vedere, vedevano tosto da ponente venire quelli falconi pellegrini giovani, assai belli, e si posavano in terra, dove prendevano alcuni granchi e vermicciuoli con altre cose simili, e le mangiavano, e alcuni altri ne stavano molto alti nell'aere sopra quella isoletta. E alla fine poi tutti, da quel luogo partendo, prendevano il camino verso dove il sole nasce.
      Ogni volta che era tempesta nel mare venivano nuovi uccelli a quella isoletta, e con certo vento vi venivano di passaggio, e tosto che s'imponevano e non vi ritruovavano acqua s'andavano con Dio; e questi tali uccelli erano papere e anatre buone, che in acqua dolce vivono. Vi venivano anco certi altri uccelli piccioli, che aspettavano la tempesta in quella isola, e tosto che il gran vento sentivano, se ne montavano bene alti nell'aere e andavano a cercarsi terra. Tutte queste cose stava quella misera gente contemplando, e vedendo la gran libertà e facoltà che ha il grande Iddio agli animali e agli uccelli data, di potere per tutto il mondo andare la loro recreazione cercando, e in ogni luogo ritrovavano la mensa posta; là dove l'uomo solo è privo di quella tanta leggierezza per potere di quello godere di che gli animali brutti godono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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