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      E piacque cosí a nostro Signore che fosse, perché, se ben quel giorno della domenica era di tanta allegrezza, a loro nondimeno era venerdí santo, in tante e cosí fatte angustie si ritrovavano. E non è da maravigliare che essi si dimenticassero del conto del tempo e del giorno, perché è gran maraviglia come non si dimenticassero de' loro proprii nomi.
      Quelli della caravella dissero al licenziado che Francesco di Garai, per cui esso nella Nuova Spagna andava, era morto, e tutta la sua gente era stata rotta e disbarrattata, e n'erano stati anco molti dalle freccie degl'Indiani morti. Li dissero medesimamente quanto buona dimostrazione avessero per lui fatto Simon di Conca e Diego d'Ocampo, luogotenente di Fernando Cortese, e come fra tre che erano i suoi messi in terra ferma gionti erano stato espediti col soccorso, e quanta compassione di lui avuta avessero tutti gli amici suoi, e che credevano che Fernando Cortese avesse dovuto tosto provedere di tutto il bisogno, perché era stato tosto avisato del tutto da Simone di Conca.
      A questa gente che tanto tempo s'era miracolosamente in quella isoletta sostentata, parve l'acqua che di nave smontarono un liquore soavissimo e il migliore che avessero gustato mai; la carne e gli uccelli parvero loro meglio che le coturnici o la manna che Iddio agli Ebrei mandò dal cielo nel deserto. Nel pane solamente dicevano non avere ritrovato tanto gusto, perché gran tempo era che non ne mangiavano. Ma le conserve furono loro di gran recreazione, perché, avendo i corpi pieni di sale, ogni cosa dolce era loro soavissima.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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