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      Con li ragionamenti già detti, e con un piacere tanto desiderato quanto può ogni uomo pensare, fornirono di mangiare e diedero ordine di imbarcarsi tosto, perché era tanto il desiderio che aveano d'uscire da quella catività che ogni ora parea loro mille anni per fuggire da que' luoghi senza mai volgervi il viso, come era già stato dagli angeli comandato alla moglie di Loth.
      Prima che si passi al discorso del viaggio, e di quello che succedette al licenziado Zuazo, che senza dubbio è un specchio d'esempii miracolosi che il grande Iddio oprò con lui, cosí in quello che s'è detto come in quello che si dirà appresso, voglio ora qui narrare la disposizione e sito di queste isole degli Alacrani, ancorché qualche cosa ne sia stato già detto. Elle stanno a 22 gradi dell'equinoziale dalla parte del nostro polo, e chiamansi degli Alacrani, che in lingua nostra vuol dire degli scorpioni, perché questo animale è molto velenoso e dà gran dolore mordendo. Onde, perché come a chi morde lo scorpione dolorosamente perisce, cosí anco chi in queste isole giunge e vi si perde miseramente vi lascia la vita, questo nome loro posero. Sono in queste isole 12 leghe o piú di seccagne e forzieri, che paiono terre lavorate di diversi colori, altre bianche, altre rosse, altre azurre, altre nere; e a questo modo si veggono listate per lo mare, in tutto quello spazio che detto s'è. E ne è la cagione che, quando son basse l'acque, si vede nell'arena che è di sotto quella bianchezza, e dove sono scogli e forzieri sotto l'acqua si veggono quelle gran liste di rosso e di leonato.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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