E quando l'acqua è alta e profonda vi si vede il colore azurro, e quando è piú cupa vi si vede nero; e cosí li diversi colori vi si veggono come è diversa la qualità della terra e degli scogli e forzieri, i quali non si discoprono se non vi si sta ben vicino, salvo se assai basse fossero l'acque, onde gran pericolo vi corrono i vasselli che vi s'imbattono. E fra queste seccagne stanno queste tre isolette, cosí picciole e sterili e secche come s'è detto.
Ma perché vi restavano molti morti di questo naufragio del licenziado Zuazo, parve a questo cavaliero di mutarle il nome e di dargliele piú proprio. E cosí fece, onde in alcune carte di navigare sono chiamate Insule Sepulcrorum, cioè isole de' sepolcri o della perdizione, come degnamente il Zuazo le chiamò, perché la maggior parte della sua compagnia restò morta di fame e di sete e d'altre passioni in ognuna delle tre isolette. Ma egli diede anco a ciascuna in particolare il suo nome, e chiamò la prima Sitis Sanguinea Testudinum, cioè sete di sangue di testudini, perché ivi (come di sopra si disse) incominciarono a bere del sangue delle cinque prime testudini, con le quali quelli che vivi si ritrovavano si mantennero dodeci giorni. Alla seconda isoletta pose nome Nolite Cogitare Quid Edatis, cioè: non pensate a quel che dovete mangiare, come il sacro Evangelio c'insegna con l'esempio degli uccelli del cielo, che non seminano e non mietono e Dio loro provede del cibo quotidiano. Perché avevano qui miracolosamente avuto molto che mangiare, di questo nome la seconda isola chiamò. La terza nominò Fontinalia Helisei, che vuol dire le fonti d'Eliseo, che, essendo salse e amare, per ordine del grande Iddio le convertí in dolci e soavi.
| |
Zuazo Insule Sepulcrorum Zuazo Sitis Sanguinea Testudinum Nolite Cogitare Quid Edatis Evangelio Dio Fontinalia Helisei Eliseo Iddio
|