E cosí fecero, perché il luogotenente Simon condusse il licenziado con tutta la sua compagnia alla casa sua propria, e fece loro tutte quelle carezze che puoté seppe, e diede loro veste, perché tutti andavano mezzo ignudi, e con varii rinfrescamenti e frutti della contrada li tenne a piacere, facendo loro molti buoni banchetti e conviti e feste. Nove giorni che qui si stettero per riposarsi alquanto, furono assai ben trattati e festeggiati tutti.
Doppo il qual tempo il Zuazo se n'andò a Medellin, dove aveva già scritto al luogotenente Diego d'Ocampo che andare dovea. E costui uscí a riceverlo con fino a trenta cavalli e lo menò a casa sua, dove ritrovò un fattore del governatore Fernando Cortese, che li disse che aveva avuto lettere e ordine dal suo signore che li desse fino a diecimila castigliani, e tutto quello che esso chiedesse per rifarsi la casa, con quanto li fosse stato necessario, e che esso era per compirlo allora secondo che esso glielo comandava.
Certo che a me pare che per principio d'uscire di tanta miseria, in quanta pochi dí adietro questo cavaliero era stato, e per non avere a dolersi delle sue argenterie e altre robe perdute, con tanti suoi neri annegati, questa non era picciola offerta, e non di Fernando Cortese ma d'un gran prencipe, perché diecimila castigliani vagliono dodecimila ducati d'oro. Certo liberalità di magnanimo cavaliero e di persona degna di quello stato nel quale l'ha meritamente Iddio posto, per mezzo di Sua Maestà. Ma il Zuazo, come cortese cavaliero, non ne volle prendere se non 1300 castigliani in cavalli e veste per sé e gli altri che conduceva, e un paio di mule, con altre cose che piú necessarie gli erano.
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