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      Avendo Fernando Cortese deliberato d'andare al capo delle Fichere, che fu poi un viaggio di piú di un anno, li parve di dovere in sua absenzia lasciare suo luogotenente nel governo di quelli luoghi il licenziado Zuazo, e cosí fece. Onde vi restò costui cosí ubbedito e rispettato come il medesimo Cortese. Ma fu con molto pericolo e risico di tutti i cristiani che in quella contrada erano, perché gl'Indiani per l'absenzia del Cortese ebbero ardimento di ribellarsi e di voler ammazzare i cristiani, perché erano tanti che per ogni cristiano erano trentamila Indiani, che già i nostri erano pochi ivi in quel tempo, e gl'Indiani tanti quanta è l'arena del mare. Ma piacque a Dio che il licenziado con la sua accortezza seppe questo tradimento e ne fece vigorosi castighi, facendone mangiare molti da' cani e squartarne molti altri di quelli Indiani principali che in questa congiura capevano. Egli stette in cervello e con buone guardie piú d'un anno, che non si lasciò mai che esso, con gli altri ufficiali di Sua Maestà, non facessero ordinariamente una notte per uno la guardia con trenta da cavallo sempre. Fece raccorre tutti i cristiani che per la contrada sparsi erano, e volse che seco dentro Mescico stessero. E in tutte le processioni che in questo tempo fecero (che furono molte, perché Dio li liberasse da tanta moltitudine di nemici), come andavano a due a due, cosí dalla parte di fuori da' fianchi era a ciascuno di loro menato il suo cavallo per mano, insellato e in ordine, con le sue tarache attaccate all'arcione e con due o tre uomini armati a canto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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