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      A queste parole stettero gl'Indiani molto attenti. Seguendo, il licenziado diceva come nel principio, quando questo nostro grande Iddio formò il mondo, fece spiriti di molto intelletto e capacità. E perché non poteva l'interprete dare questo ad intendere agl'Indiani, né ritrovava vocaboli perché essi il comprendessero, faceva il licenziado dall'interprete dimandarli se credevano che doppo la morte restasse dell'uomo l'anima o altra cosa che per sempre vivesse. Risposero che sí, e che questo era da loro chiamato antenotal, che vuole tanto dire quanto anima o spirito. Allora fece appresso dall'interprete dire loro che il grande Iddio avea creati quelli spiriti, ma per la disobbedienzia loro gli aveva poi mandati e abbattuti sotto la terra, dove sempre ardevano, come in un luogo che si vede 15 leghe lungi da Mescico, chiamato Guasciocingo, che si vede da un monte uscire una continua e gran fiamma di fuoco. E dicea che questi spiriti hanno tanto odio e inimistà con gli uomini, per l'invidia che n'hanno perché gli ha fatti Iddio capaci della gloria che quelli spiriti perderono, che procurano e cercano sempre di fare quelle imagini che dagl'Indiani si tenevano (i cui nomi per lo piú sono de' medesimi demonii), accioché gli uomini l'adorassero e volgessero le spalle al grande Iddio, che aveva di nulla creato il tutto. E che queste altre imagini che i cristiani tengono sono di Dio e degli amici suoi, che tiene nella sua gloria seco, là dove quelle che essi tenevano e adoravano erano degli demonii stessi, che, per l'invidia grande che si è detto che all'uomo portano, hanno per costume di farle sempre bagnare del sangue umano; e che perciò si usavano fra loro i sacrificii, ne' quali ordinariamente per leggerissime cause s'ammazzano gli uomini, e con uno acuto rasoio di pietra quelli loro sacerdoti, che essi chiamano pape, aprono il petto e con molta prestezza ne cavano il cuore, e cosí palpitante e fresco l'offeriscono agli loro idoli; là dove il grande Iddio de' cristiani e le sue imagini non sono crudeli, né vuole da noi altro se non che l'amiamo e abbiamo volontà di servirlo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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