In questa città è una piazza nella quale ogni giorno si veggono piú di trentamila persone vendere e comprare, oltra l'altre piazze picciole che sono nella città. In questa piazza vi si trovano da vendere tutte le sorti di vestimenti che essi usano; quivi son luoghi ordinati per vendere oro, argento, gioie e altre sorti d'ornamenti e di penne, tanto bene acconcie che in niun altro mercato o piazza di tutto 'l mondo si potriano ritrovar le piú belle. Son quivi luoghi tanto atti alla caccia che non debbono cedere ai migliori di Spagna. Vi si vendono erbe e da mangiare e medicinali, e legne e carboni in buona quantità; vi sono anche bagni, e finalmente tra di loro apparisce una vista d'ogni buon ordine e regola. Ed è gente molto ragionevole, e talmente che la miglior che sia in Africa non è con questa d'esser posta in comparazione. Questa provincia ha valli e pianure acconcie, lavorate e seminate, sí che niente v'è che non sia coltivato.
Secondo che ha potuto comprendere, questa gente seguita il governo de' Veneziani, de' Genovesi e de' Pisani, percioché non hanno signore particolare, ma sono molti signori, che tutti dimorano nella medesima città. Gli abitatori del paese sono lavoratori, e sono sudditi a questi signori, ciascuno de' quali ha le sue proprie città, ma uno ne ha piú dell'altro; e secondo le facende e guerre che nascono, si ragunano tutti insieme e deliberano e proveggono alle lor cose. Pensiamo anco i medesimi nell'amministrar giustizia e nel castigare i tristi tener qualche ordine, percioché un certo de' loro abitatori aveva rubbato non so che oro ad uno de' nostri: lo denunziai al loro magiscacin, che è la lor maggior degnità; usarono ogni diligenza e procurarono di farlo seguitare insino ad una certa città nominata Churultecal, vicina a quella provincia, e lo rimenarono e lo diedero nelle mie mani insieme con l'oro, e mi dissero ch'io lo punissi.
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