Le qual tutte cose raccontò a quel Ieronimo Agillari che io ebbi in Iucatan, e del quale altre volte ho fatto menzione alla Maestà Vostra, ed egli poi le rapportò a me: e procurai che subito fosse preso quell'uomo di Tascaltecal, il quale, avendolo posto in luogo secreto, l'esaminai diligentemente, e mi palesò quelle cose che aveva dette a quella femina di Churultecal mia interprete. E perciò dagl'indicii precedenti, che prima nel viaggio avevamo visti, deliberai che fusse meglio d'assalir loro che essi assalissero me. Procurai di ragunar tutti i signori della città con scusa di voler parlar con loro, i quali poiché si furono ragunati, gli misi in una certa gran sala; e in questo mezzo comandai a' soldati che stessero in arme, e apparecchiati ad ogni cosa subito assaltassero quel numero degl'Indiani che erano nel mio albergo e nel luogo piú vicino. E cosí avenne, percioché, poi che i signori si furono ragunati, quivi gli lasciai legati; montato a cavallo ed iscaricato uno schioppo, facemmo talmente che in spazio di due ore uccidemmo da tremila uomini. E appresso sappia la Maestà Vostra anco il modo che si erano apparecchiati contra di noi. Prima che io uscissi del mio albergo, avevano serrate quasi tutte le contrade e tutti stavano in ordine; e nondimeno, perché gli assaltammo alla sprovista, fu facil cosa mettergli in rotta, massimamente mancando i lor capitani, i quali io teneva legati nella sala. Comandai che fusse messo fuoco in certe torri e case fortificate nelle quali si difendevano, e combattendo io andai per tutta la città, avendo nondimeno lasciato ottima guardia nell'albergo: e a questo modo per spazio di cinque ore sforzai tutto il popolo uscir della città, con l'aiuto di quattromila uomini di Tascaltecal e di quattrocento di Cimpual.
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