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      Lamento del Cortese agli ambasciatori del signor Montezuma, e la risposta a lui data per essi ambasciatori Doni mandati dal detto signor al Cortese. Panicacap, che sorte di bevanda sia. Delle provincie Acanzigo e Izuchan. Come detti ambasciatori pregano il Cortese che non entri nella provincia del signor sopradetto, e la risposta per lui fattali.
     
      Parlai agli ambasciatori del Montezuma intorno al tradimento che avevano apparecchiato di farmi i signori di Churultecal, e qualmente i predetti signori affermavano esser avenuto e aver avuto principio dalla persuasione di Montezuma, e che simil tradimento non mi pareva degno di tanto uomo quale era il lor signore, che da una banda mi mandava onorati ambasciatori offerendomi la sua amicizia, e dall'altra cercava a tradimento insidiarmi con l'altrui forze, per poter coprire il delitto ed iscusarsi quando le cose non succedessero secondo il suo desiderio; e che, poiché egli aveva rotta la promessa fede né attesa la promessa, io ancora mi era mutato d'opinione e, se prima io desiderava d'andar nella sua provincia solamente per cagione di visitarlo e di parlar seco e per pigliar sua amicizia e pratica, ora io m'affrettava d'entrarvi come nemico, desiderando di fargli tutti quei danni e incommodi che un nemico può fare; la qual cosa mi dispiaceva sommamente, percioché mi saria stato molto caro averlo amico e seco consigliarmi di tutte quelle cose ch'io ero per fare in quelle parti, ed esequire il consiglio datomi da lui. Gli ambasciatori mi risposero che erano stati appresso di me lungo tempo e che di simil tradimento a loro non era pervenuta notizia alcuna, e che a niun modo si potevano persuadere che le cose che erano state fatte fussero state esequite di ordine e consiglio del signor Montezuma; e mi ricercavano che, prima che deliberassi di rifiutar la sua amicizia e prender guerra contra di lui, sí come io diceva, dovessi prima molto bene intendere ogni cosa e far ogni prova per trovar la verità, e che io dessi licenzia ad un di loro, che andarebbe a parlare al suo signore e ritornarebbe tosto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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