In quel giorno che ci partimmo da Churultecal, avendo camminato quattro leghe, arrivammo a certi villaggi sottoposti alla città di Guasacingo. Quivi fui ben visto dagli abitatori, e mi donarono certi schiavi e vesti e alcuni piccioli pezzetti d'oro, le qual cose tutte erano di pochissimo momento, percioché non ne hanno nella lor provincia. Seguitano la fazione di quei di Tascaltecal, e d'ogni lato sono chiusi dal paese del signor Montezuma, tal che non hanno commerzio alcuno se non con gli abitatori della propria patria, e perciò vivono miseramente. Il seguente giorno salimmo su la foce posta tra li due monti che ho detto a Vostra Maestà, e nel discender di quella, poiché agli occhi nostri si mostrò la provincia del signor Montezuma, venimmo per una certa provincia che è chiamata Chalco. Per spazio di due leghe avanti che venissimo a' luoghi abitati, trovammo un ottimo albergo, nuovamente fabricato di travi e di paglia. In quello alloggiai commodamente insieme con tutti i miei compagni e con tutti gl'Indiani che aveva condotti meco, che erano da quattromila uomini di queste provincie, cioè di Tascaltecal, di Guasacingo, di Churultecal e di Simpual. Ne diedero le cose necessarie al vivere, e avemmo in tutte le abitazioni fuochi fatti con legne abbondantemente, percioché vi erano grandissimi freddi, essendo circondati da due monti altissimi, ne' quali era grandissima copia di neve.
Dono di quattromila pesi d'oro fatto al Cortese in nome del signor Montezuma, con pregarlo che non andasse alla sua città, e la risposta ch'ei gli fece.
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