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      Ed essendo venuti a trovarmi, dissero esser venuti da parte del lor signor Montezuma per accompagnarmi nel viaggio, e che io dovessi perdonare al lor signore se esso non mi era venuto incontra sino a quel luogo, percioché si trovava ammalato, e che la sua nobil città non era molto lontana; e poiché io aveva deliberato di andare a trovarlo, averemmo potuto parlare a bocca e conoscere di che animo fussero verso di Vostra Maestà. Nondimeno con grandissimi prieghi mi chiedeva che non vi andassi, imperoché averei patito molta fatica e carestia, e molto minacciava che egli quivi non averia potuto procurare che mi fusse stato proveduto delle cose necessarie nel modo che aveva in animo: e in questo perseveravano e s'affaticavano grandemente i predetti ambasciadori, sí che altro non restava se non che dicessero apertamente che se io seguitava di volervi andare, che volevano farmi resistenza.
      Ma io risposi loro benignamente e con parole piú umili che mi fu possibile, affermando che di questa mia andata non gliene poteva succedere incommodo alcuno, ma ben molta utilità. E avendo donate loro alcune di quelle cose che avevo arrecate meco di Spagna, gli licenziai, e subito mi partii accompagnato da molta gente, percioché m'accompagnavano uomini i quali, sí come poi si vidde, erano di grandissima auttorità. E sempre camminavamo vicino della ripa di quel gran lago.
      E andato appena una lega lontano dalla casa nella quale era stato alloggiato, viddi nel detto lago una picciola città, che era tanto lontana da noi quanto sariano due tiri di balestra: è posta nel detto lago e ha insino a duemila case, e non si vedeva strada alcuna d'andarvi per terra e, per quanto potevamo scorgere, aveva molte torri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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