Il signor Montezuma andava in mezzo di due gran baroni, l'uno de' quali era quel gran signore di cui feci menzione di sopra, che mi venne a parlare portato in lettica, e l'altro era il fratello del signor Montezuma, che signoreggiava la città dalla quale quel giorno istesso mi era partito: e questi tre vestiti d'una medesima livrea, salvo che il signor Montezuma portava le scarpe e gli altri andavano co' piè nudi, benché tutti gli abitatori usino scarpe; uno dalla destra e l'altro dalla sinistra sostenevano le braccia al signor Montezuma. E appressatomi smontai da cavallo per andare ad abbracciarlo, ma due di quei signori con le mani m'accennarono che ciò io non dovessi fare, né anco toccarlo. E primamente il signor Montezuma, e dipoi quei due signori, fecero la predetta ceremonia della lor patria, la qual finita comandò al fratello che prima accompagnava lui d'allora innanzi dovesse far compagnia a me, ed egli accompagnato dall'altro signore se n'andava un poco avanti. E dove mi aveva parlato vennero anco gli altri ducento signori che ho detto di sopra a salutarmi ordinatamente, e, fatta la cerimonia, ciascuno ritornava al luogo donde si era partito. E quando parlai al signor Montezuma, mi cavai una collana ch'io portava al collo, di gioie e di diamanti di vetro, e la gettai al collo al signor Montezuma; e avendo camminato alquanto, venne un suo famigliare portando due collane lavorate a modo di piccioli gambari marini, involte in un panno ricamato di porcellette rosse, le quali essi stimano grandemente, e da ciascuna collana pendevano otto gambari d'oro di maravigliosa perfezione, di larghezza d'un palmo: e subito me le gettò al collo.
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