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      E seguitando il cammino di donde s'era partito, andò con l'ordine e abito detti di sopra, finché giugnemmo ad un grande e bel palazzo apparecchiato per nostro alloggiamento. E subito, pigliatomi per le mani, mi condusse in una gran sala, che era avanti il cortile dove eravamo entrati, e mi pose a sedere in una ricca e ornata sedia, la quale egli aveva ordinato che fusse apparecchiata per me, e dissemi che quivi io dovessi aspettarlo.
      E poco dopo, avendo avuto i miei ottimi alloggiamenti, se ne tornò a me con varie e diverse cose, e ornamenti d'oro e d'argento, e cose lavorate di penne e di piume molto vagamente, e con cinquemila vesti di seta in varii modi e preziosamente lavorate e ricamate. Delle qual tutte cose poiché m'ebbe fatto parte, si pose a sedere in un'altra sedia non molto distante dalla mia, che egli si aveva fatta apparecchiare, e parlò in questo tenore: "È gran tempo che, per l'istorie e scritture de' nostri antichi, abbiamo per certo che io e tutti quegli che abitiamo in questa provincia non siamo discesi di qui, ma siamo forestieri, e venimmo qua da lontani paesi del mondo; e sappiamo che noi arrivammo in questa provincia condotti da un gran signore e capitano, del quale eravamo sudditi.
      E lasciando qui noi, se ne tornò a riveder la patria, e non molto tempo dopo se ne ritornò a noi, e ne trovò tutti aver tolte per moglie le native di questo paese, e aver preso ad abitar le terre, e oltra di ciò aver generati figliuoli. Egli tentava con ogni sforzo di levarci di questa provincia, il che noi ricusammo di fare, né piú lo volemmo ricever per signore e capitano; onde egli si partí, e insin ora avemmo creduto di certo che i suoi successori dovessero venire a soggiogare e queste provincie e noi, come proprii e veri sudditi suoi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486