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      Aveva poste in ordine, come io già avevo inteso, grandissimo numero di gente molto bellicosa. E poiché io non lo potette indurre con ammonizioni, parlai col signor Montezuma e gli dimandai quel che in questo caso gli pareva che dovessimo fare, accioché non andasse senza pena della ribellione fatta contra di noi. Mi rispose che il volerlo espugnar per forza era grandissima difficoltà, percioché era tenuto gran signore e potente e molto ben fornito di gente da guerra, e senza grandissimo pericolo e perdita di soldati non pensava che si potesse espugnare; ma che esso Montezuma aveva nella provincia di Cacamacin molti de' principali che dimoravano appresso di lui e da lui avevano stipendio, e che aveva deliberato di parlar con loro, che essi corrompessero alcuni de' soldati del detto Cacamacin, i quali, dando noi loro la nostra fede che sariano sicuri e salvi, favorissero la nostra parte: e a questo modo facilmente lo potremmo espugnare. Sí come avvenne, percioché il detto signor Montezuma operò di maniera con loro, che persuasero al detto Cacamacin che con loro insieme si volesse ridurre nella città di Tescucu, ed essi come principali attenderiano a provedere alle cose pertinenti al commodo del lor signore, e che averiano gran dispiacere, se egli facesse cosa alcuna onde pericolasse e potesse cadere nell'ultima ruina. E cosí insieme si ragunarono in un grande e bel palazzo del detto Cacamacin, che è nella ripa del lago, e fu di maniera fabricato che vi si può passar di sotto con le canoe e uscire nel lago.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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