In ciascuna peschiera erano loggie e caminate belle e magnifiche, dove il detto signor Montezuma soleva andare a solazzo. In una picciola parte di questo palazzo teneva uomini, donne e fanciulli dal nascimento bianchi di faccia, di corpo, di capelli, di sopracigli e di palpebre.
Avea un'altra casa larghissima e fortissima, nella quale era un largo chiostro con colonne, che avea il pavimento di pezzi di marmi eccellenti lavorato a modo di tavole da scacchi, e le stanze erano profonde quasi la statura di un uomo e mezzo e per quadro di grandezza di sei passi. E nel mezzo di ciascuna di queste stanze si vedevano uccelli che vivono di rapina, cominciando dal tinnuncolo insino all'aquila, e di quante sorti se ne trovano in Spagna e di molte che in Spagna non furono mai vedute, e di ciascuna sorte gran copia. E in ciascuna di queste stanze era una stanga, sopra la quale si posano gli uccelli, e un'altra di fuori sotto una rete: e in una si posavano gli uccelli di notte, quando il tempo era piovoso, nell'altra potevano stare uscendo al sole e all'aria, mentre hanno qualche male. A tutti questi uccelli per lor cibo compartiscono galline e non altro. In questo medesimo palazzo piú a basso sono certe gran sale piene di gabbie grandi, di legni grandi fatte e congiunte insieme: e per lo piú in quelle tenevano leoni, tigri, lupi, volpi e gatti varii. E di tutti questi animali, tanto de' volatili quanto di quattro piedi, ve ne era grandissima copia, a' quali davano a mangiar galline finché si saziavano: e alla guardia di questi animali erano trecento uomini.
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