Inteso questo deliberai di mandare un prete, il quale avevo menato meco, e con mie lettere e con quelle de' giudici e reggenti della città della Vera Croce, i quali erano meco nella predetta città; le qual lettere erano indrizzate al capitano e uomini che erano giunti in porto, facendo loro noto tutte quelle cose che m'erano avenute in queste parti, e che io aveva soggiogate e acquistate molte città, ville e castella, e quelle riteneva pacificamente suddite al real servizio di Vostra Maestà, e che teneva prigione il principal signore di queste provincie, e che io dimorava in quella famosa città, e della qualità di essa, e dell'oro e delle tarsie che io teneva per la Maestà Vostra, e che già a lei aveva mandato la relazione di queste provincie. E gli pregava che mi dessero aviso chi essi fussero, e se erano de' regni e stati di Vostra Altezza, e scrivessero se erano venuti a queste provincie di suo real comandamento, o per fondare nuove città e dimorare in quelle, overo s'erano per andar piú oltre, overo volevano tornare adietro, e se avevano necessità di cosa alcuna, che farei ogni opera che fussero sovvenuti; e se non fussero de' regni di Vostra Altezza, similmente mi facessero avisato se erano oppressi da cosa alcuna, che mi offerivo, potendo, di dar loro rimedio; e quando che no, io per nome di Vostra Altezza comandavo loro che si partissero dalle nostre provincie né dismontassero in quelle: e s'altramente avessero fatto, con tutte le mie forze e degli Spagnuoli e de' paesani gli assalterei e userei ogni diligenza che fussero uccisi o presi, come forestieri che abbiano avuto ardire di impacciarsi de' regni e stati del nostro re e signore.
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