E dopo la partita del detto prete con le sopradette lettere a loro indirizzate, il quinto giorno vennero a me, essendo nella città di Temistitan, venti Spagnuoli di quegli ch'io avevo lasciato alla città della Vera Croce, menando il prete e i due secolari trovati nella detta città della Veracroce. Da' quali conobbi l'armata e gli uomini che al detto porto erano giunti, ed erano venuti per commissione di Didaco Velazquez, il quale è governatore dell'isola Fernandina, e il luogotenente e duce e capitano di quell'armata era un certo Pamfilo di Narvaez, abitatore della detta isola; e aveva menati seco ottanta cavalli e molte artegliarie e ottocento fanti, tra' quali dicevano esservene ottanta che portavano schiopetti e centoventi con balestre. E veniva capitano generale e luogotenente e governatore di tutte queste provincie in vece e nome del predetto Didaco Velazquez, e quello aver commissione da Vostra Maestà; e che lo Spagnuolo ch'io avevo lasciato al lito e i nunzii mandati da me erano appresso il predetto Narvaez, il quale non gli lasciava partire. E aveva inteso da loro che io in quella provincia avevo posta nuova città lontana dal detto porto dodeci leghe, e le genti che erano in quella, e parimente che uomini io avevo mandati nella provincia di Quacucalco, e che erano distanti trenta leghe nella provincia chiamata Tuchitebeque, e tutte le cose ch'io avevo fatte in questi paesi a servizio di Vostra Altezza, e le ville e le città che gli avevo acquistato e rendute pacifiche, e la famosa città di Temistitan, e l'oro e le tarsie che avevamo avute in dette provincie; e volse esser certificato da me di tutto ciò che insino allora mi era intravenuto.
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