E cosí avvenne, imperoché il giorno della Pentecoste, poco dopo mezzanotte, assaltai il detto albergo; nondimeno trovai prima le sentinelle che 'l detto Narvaez aveva poste nella strada, e coloro ch'io avevo mandato avanti ne presero una, e l'altra fuggí, dalla qual compresi che ordine tenessero; e accioché la sentinella che era fuggita non giugnesse là prima di me, m'affrettai quanto potette, ma non potei tanto affrettarmi che egli non arrivasse prima per ispazio di mezza ora. E quando arrivai Narvaez e tutti li compagni s'avevano messe l'armi e apparecchiati i lor cavalli, e molto bene apparecchiati per ciascun de' quattro cantoni dell'albergo stavano vegghiando ducento uomini. E arrivammo quivi tanto quietamente che, mentre intesero noi esser giunti e che fu gridato all'arme, già io ero entrato nel cortile del suo albergo, nel quale tutti albergavano e insieme ragunati dimoravano, e avevano preso tre o quattro torri che erano in quello e l'altre stanze fortificate. Nelle scale d'una delle dette torri, dove abitava Narvaez, erano posti 19 pezzi d'artegliaria di bronzo; ma fummo tanto presti nel salire che non poterono dar fuoco all'artegliarie, salvo che ad un pezzo, il quale per volontà d'Iddio non mandò fuori la palla e non fece danno ad alcuno. E cosí salimmo nella predetta torre fin che arrivammo alla stanza di Narvaez, la quale egli in compagnia di cinquanta soldati difendeva valorosamente, combattendo col maggior esecutore e co' suoi compagni. Benché molte volte li confortasse a rendersi prigioni alla Maestà Vostra, nondimeno non volsero acconsentire, fin che non fu posto fuoco alla torre, e stringendoli il fuoco si renderono.
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