Io, veduta la loro necessità, e considerato che oltra gli Spagnuoli uccisi si perderebbe tutto l'oro e l'argento e le gioie che s'erano avute dalle provincie, e si perderia la migliore e piú nobile città che sia in tutto il mondo nuovamente ritrovata; la qual perduta che fusse, si perdevano tutte le cose che insin ora io avevo acquistate in queste provincie, essendo ella la principale, alla qual tutte l'altre rendevano ubbidienza; subito commandai che li nunzii seguitassero i capitani che erano andati co' sopradetti soldati, raccontando loro tutto ciò che i soldati spagnuoli m'aveano scritto da quella città, e che subito, ovunque gli trovassero, gli facessero tornare adietro per la piú breve strada che si potesse fare alla città di Tascaltecal, per congiungermi con loro insieme co' soldati che erano meco e con tutte l'artigliarie ch'io potetti e con settanta a cavallo. E poi che furono giunti là, io feci far la mostra di tutti i soldati, che erano settanta a cavallo e cinquecento a piè, e con questa compagnia, con la maggior prestezza ch'io potessi, me n'andai verso Temistitan.
In quel viaggio nessuno de' sudditi del signor Montezuma mi venne incontra, sí come prima erano soliti di fare, e tutte quelle provincie erano in tumulto, e le case quasi tutte disabitate. Per questa cosa io ero in grandissima sospizione che gli Spagnuoli ch'io avevo lasciati nella detta città di Temistitan già fussero stati uccisi, e che tutti i popoli delle provincie si fussero ragunati e mi aspettassero in qualche luogo difficile o in qualche strettezza, dove piú facilmente mi potessero nuocere: e per questo sospetto tenni i miei piú apparecchiati che possibile mi fusse, finché giunsi alla città di Tesnacan, la quale, come ho detto di sopra, è nella ripa del lago, e dimandai certi paesani quel che fusse avenuto degli Spagnuoli che avevo lasciati in Temistitan.
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