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      Io uscito di casa andai ad affrontarli, e combatterono contra di noi gagliardamente; e da una banda era uscito della fortezza uno de' miei capitani con ducento uomini, e prima che potessi ritirarsi furono uccisi quattro de' suoi, e ferirono il capitano con molti altri. Ma noi potevamo uccider pochi di loro, percioché si ritiravano di là da' ponti, e co' sassi n'offendevano grandemente dalle terrazze, delle quali n'espugnammo e abbrucciammo alcune; nondimeno erano tanto spesse e tanto fortificate, e piene di tanti uomini e di sassi e d'altre varie sorti d'armi, che non eravamo potenti a combatterle tutte e a difenderci, che non ci potessero offender come piaceva loro. Combatterono tanto fortemente la nostra fortezza che in varii luoghi vi posero il fuoco, e in uno se n'abbrucciò la maggior parte prima che gli potessimo dar soccorso, finché lo schifammo col tagliar li pareti, e col violento gettare a terra de' pareti il fuoco fu estinto. E se quivi non avessi posto grandissima guardia, cioè uomini con balestre, con schioppetti e altre artegliarie, certamente col lor subito assalto, non potendo noi far resistenza, sariano entrati nella fortezza. Consumammo tutto quel giorno insino alla notte scura; nondimeno, essendo venuta, non fummo sicuri dai loro gridi e romori finché sopragiunse il giorno. Tutta quella notte attesi a rifar tutto ciò che essi avevano ruinato, e ad apparecchiar molte altre cose che la fortezza mi pareva che avesse di bisogno; e accommodai alcuni forti, e in quello allogai gli soldati che gli difendessero e nel giorno seguente avessero da combattere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486