Nondimeno non si poté far tanto che non fossero feriti molti Spagnuoli. Usai gran diligenzia quella notte in guardar quei ponti, accioché di nuovo non ce gli ritogliessero.
Come gli Spagnuoli pigliano gli altri ponti; i nemici fanno patto dell'accordo; i detti ponti piú volte per l'una e l'altra parte si pigliano e ripigliano. Del ponte che fece fabricar il Cortese, e come a compiacenzia de' suoi soldati uscí della città, consegnato l'oro e le gioie della sacra Maestà alli giudici e reggenti. Come nel passar combatterono fortemente e gli Spagnuoli perdettero l'oro, le gioie, le vesti e l'artegliarie ch'avevano cavate, e andorno a Catacuba città, sempre combattendo.
Il giorno seguente, la mattina a buon'ora uscii e Iddio onnipotente mi concedette buon successo, percioché, avegna che fusse infinita la moltitudine che difendeva gli altri ponti, e v'erano di mezzo e fossi e argini grandissimi, noi gli pigliammo ed empiemmo, e alcuni a cavallo perseguitarono gl'Indiani sino in terra ferma seguitando la vettoria. Mentre io faceva acconciar li ponti e riempierli, vennero a chiamarmi con gran prestezza, dicendo che gl'Indiani che avevano combattuto la fortezza desideravano la concordia e la pace, e che aspettavano certi lor signori e capitani. Quivi lasciati tutti i miei soldati e certi pezzi d'artegliaria, con tutta la cavalleria andai a vedere quel che volessero quei baroni, i quali affermarono che, se io prestassi lor fede e perdonassi loro i commissi falli, non combatterebbono piú contra di me, e di nuovo procureriano di far rifar i ponti e le strade ruinate, e sariano al servizio di Vostra Maestà come avevano fatto prima; e che io facessi menar quivi un certo de' lor religiosi prigione appresso di me, il quale essi onorano come generale della lor religione.
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