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      E a questo effetto diedi loro una mia cavalla, sopra la quale ne posero quella parte ch'ella poteva portare, e ordinai che certi Spagnuoli e miei famigliari e d'altri andassero accompagnare detta cavalla, e il resto del detto oro gli ufficiali, i giudici e i reggenti e io lo demmo e compartimmo tra Spagnuoli, che lo cavassero fuori. E lasciata la fortezza con gran richezze e della Altezza Vostra e de' Spagnuoli e mie, per lo piú secreto modo che potemmo uscimmo, e menammo con noi uno de' figliuoli e le figliuole del detto Montezuma, e Cacamacin, signore in Aculuacan, e suo fratello, che io avevo fatto signore in luogo suo, e i signori d'altre provincie e città, i quali io tenevo prigioni. Ed essendo giunto ai ponti occupati dagli Indiani, nel primo gettammo il ponte che avevo fatto portar con esso noi senza molta fatica, percioché niuno ci faceva resistenza, eccetto alcune guardie che stavano nel ponte, le quali si misero a gridare. E prima che io arrivassi al secondo ponte, si ragunò infinita moltitudine de' nemici, e da ogni banda, e per acqua e per terra, si studiava d'offenderci. Io subito passai con cinque a cavallo e forse cento fanti, co' quali nuotando passammo tutti i ponti, e gli avevo occupati tutti sino in terra ferma; e lasciati a fronte i fanti, ritornai al secondo ponte a coloro che erano nell'ultima squadra, dove trovai che si combatteva sí fortemente che non si può estimare il danno che gli Indiani facevano, e agli spagnuoli e agli Indiani di Churultecal che erano venuti con esso noi, i quali gli avevano quasi tutti uccisi, e anco avevano uccise molte donne che servivano agli Spagnuoli, insieme con gli Spagnuoli e cavalli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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