Pagina (141/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
     
      Come il Cortese, esortato da' Spagnuoli d'andar alla città di Veracroce, non volse acconsentirli, ma se n'andò alla provincia Tepeaca, dove gli si fecero incontro assaissime genti con arme, i quali, venuti alle mani, furono in gran parte uccisi; e il Cortese in venti giorni soggiogò molte città e terre, scrisse per ischiavi alcuni degli abitatori, e perché. Del giunger di Francesco di Garai al porto di Veracroce, mal in punto, uccisi e feriti molti de' suoi.
     
      Li miei compagni, vedendo già molti esser morti e quegli che erano rimasi vivi esser deboli e pieni di ferite, divenuti piú timidi per li pericoli e per le fatiche nelle quali si erano ritrovati, temendo delle cose future, mi richiesero ch'io dovessi andare alla città della Veracroce, e quivi ci fortificaremmo prima che gli abitatori delle provincie amici nostri, sapendo la nostra rotta e le picciole forze, facessero lega co' nostri nemici e occupassero gli stretti e li passi per i quali dovevamo andare, e ne assalirebbono da un lato, e dall'altro quei della città della Veracroce; ed essendo noi uniti, e anco essendo quivi le navi, saremmo piú sicuri e meglio ne potremmo difendere se ne volessero assalire, finché mandassimo all'isole per dimandar soccorso. E vedendo che, se io mostrasse a' paesani e massimamente agli amici paura alcuna, potrebbe esser cagione che piú tosto n'abbandoneriano e si leveriano contra di noi, e tenendo a memoria che sempre la fortuna aiuta gli audaci, e che noi eravamo cristiani, e confidatomi nella divina bontà e misericordia, che del tutto non moriremmo, e si perderebbono tante e sí nobili provincie che sí pacificamente possedevo per la Maestà Vostra, e in tale stato che le pacificaremmo; né si lasciarebbe tal servizio continuando la guerra che si faceva, per via della quale doveva seguir la quiete di tutte quelle provincie, come era stato prima; perciò deliberai per niun modo passar li monti verso 'l mare, ponendo da banda tutte le fatiche e disagi che potessimo patire, e dissi ch'io non volevo rimanermi da questa guerra, percioché, oltra il biasimo e la vergogna che ne risultava alla mia persona e miei compagni, era cosa di molto pericolo a Vostra Maestà, e pareva che noi facessimo congiura contra di lei.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Cortese Spagnuoli Veracroce Tepeaca Cortese Francesco Garai Veracroce Veracroce Veracroce Maestà Vostra Vostra Maestà