Come il Cortese, esortato da' Spagnuoli d'andar alla città di Veracroce, non volse acconsentirli, ma se n'andò alla provincia Tepeaca, dove gli si fecero incontro assaissime genti con arme, i quali, venuti alle mani, furono in gran parte uccisi; e il Cortese in venti giorni soggiogò molte città e terre, scrisse per ischiavi alcuni degli abitatori, e perché. Del giunger di Francesco di Garai al porto di Veracroce, mal in punto, uccisi e feriti molti de' suoi.
Li miei compagni, vedendo già molti esser morti e quegli che erano rimasi vivi esser deboli e pieni di ferite, divenuti piú timidi per li pericoli e per le fatiche nelle quali si erano ritrovati, temendo delle cose future, mi richiesero ch'io dovessi andare alla città della Veracroce, e quivi ci fortificaremmo prima che gli abitatori delle provincie amici nostri, sapendo la nostra rotta e le picciole forze, facessero lega co' nostri nemici e occupassero gli stretti e li passi per i quali dovevamo andare, e ne assalirebbono da un lato, e dall'altro quei della città della Veracroce; ed essendo noi uniti, e anco essendo quivi le navi, saremmo piú sicuri e meglio ne potremmo difendere se ne volessero assalire, finché mandassimo all'isole per dimandar soccorso. E vedendo che, se io mostrasse a' paesani e massimamente agli amici paura alcuna, potrebbe esser cagione che piú tosto n'abbandoneriano e si leveriano contra di noi, e tenendo a memoria che sempre la fortuna aiuta gli audaci, e che noi eravamo cristiani, e confidatomi nella divina bontà e misericordia, che del tutto non moriremmo, e si perderebbono tante e sí nobili provincie che sí pacificamente possedevo per la Maestà Vostra, e in tale stato che le pacificaremmo; né si lasciarebbe tal servizio continuando la guerra che si faceva, per via della quale doveva seguir la quiete di tutte quelle provincie, come era stato prima; perciò deliberai per niun modo passar li monti verso 'l mare, ponendo da banda tutte le fatiche e disagi che potessimo patire, e dissi ch'io non volevo rimanermi da questa guerra, percioché, oltra il biasimo e la vergogna che ne risultava alla mia persona e miei compagni, era cosa di molto pericolo a Vostra Maestà, e pareva che noi facessimo congiura contra di lei.
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