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      Anzi, io avevo determinato in tutti i modi a me possibile ritornar contra gli nemici e offendergli in tutto ciò che io potevo. E cosí, essendo dimorato venti giorni in questa provincia, non guarito ancora delle ferite, co' compagni deboli, andai ad un'altra provincia nominata Tepeaca, che era confederata con quegli di Culua nostri nemici, nella quale io avevo inteso che erano stati uccisi dieci Spagnuoli che venivano dalla città della Veracroce alla gran città di Temistitan, percioché per quella provincia era il dritto viaggio a Temistitan. La provincia di Tepeaca confina con Tascaltecal, la quale è grandissima provincia. E nell'entrar della provincia di Tepeaca ci si fecero incontra con l'arme assaissime genti, e ne vietarono l'entrata con ogni loro sforzo, ponendosi ne' luoghi difficili e forti. E per non andar raccontando particolarmente ogni cosa che ne occorse in quella guerra, percioché sarei molto lungo e molto accrescerei il libro, fatta l'ammonizione che dovessero venire a dar ubbidienza a' comandamenti fatti loro circa la pace per nome di Vostra Maestà, e non gli volendo essi seguire, facemmo lor guerra, e spesse volte vennero alle mani con esso noi. Nondimeno, per divino aiuto e per la real fortuna di Vostra Maestà, facemmo loro gran danno e molti n'uccidemmo, ed essi in quella guerra non ferirono né uccisero Spagnuolo alcuno. E benché questa provincia sia larghissima, nondimeno per spazio di venti giorni soggiogai molte città e terre di quella e pacifica e quietamente, e li signori e baroni di quelle vennero ad offerirsi per vassalli a Vostra Maestà, e da tutte quelle ne cacciammo via molti di Culua, che erano venuti in quella provincia per infiammar gli animi degli abitatori di quelle a far guerra, e impedire che né per forza né liberamente pigliassero nostra amicizia: di maniera che insin ora sono stato sempre occupato in questa guerra, la quale non è ancora finita, che ci rimangono ancora certe ville e terre da pacificare, le quali spero in breve col favor d'Iddio di metterle sotto la real signoria di Vostra Maestà.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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