Il capitano ed essi erano gravemente battuti e feriti, e il luogotenente ch'io avevo quivi lasciato al governo gli aveva ricevuti benignamente e fatti medicare, e acciò meglio si risanassero aveva mandato una parte de' predetti Spagnuoli ad un certo signor di quella provincia, vicino alla detta città e nostro amico, dove egli ben provedeva loro di tutto. La qual cosa non fu di non minor dispiacere che li nostri patiti disagi. E forse che non gli sariano intervenute cotal cose se altre volte fusse venuto da me, come di sopra ho raccontato a Vostra Maestà, percioché, conoscendo tutte le cose che sono in queste provincie, ne poteva esser certificato da me e non gli sariano intervenute le cose che gli erano accadute, conciosiaché 'l signore di quel fiume e della provincia, il qual si chiamava Panuco, si fusse dato per suddito a Vostra Maestà, e per segno d'ubbidienza mi aveva mandati suoi ambasciatori con certi presenti alla città di Temistitan, come dissi di sopra alla Maestà Vostra. Scrissi che, se quel capitano di Francesco di Garai si volesse partire, gli facesse ogni favore e gli desse ogni aiuto, acciò si potesse ispedire con le sue navi.
Come il Cortese, fatto consiglio con gli ufficiali, per molte ragioni deliberò di edificar una città nella provincia di Tepeaca qual si chiamasse Securezza de' Confini; e ordinò giudici, reggenti e altri ufficiali, e dove la città fu cominciata procurò di fabricarvi una rocca.
Poiché ebbi racquietata una parte di questa provincia, la quale fin ora sta pacifica e soggetta al real servizio della Vostra Altezza, io insieme co' suoi ufficiali facemmo consiglio che ordine si doveva tenere per conservazione di quella provincia.
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