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      Portavano molti ornamenti e fregi d'oro, d'argento e di penne. Ed essendo la città grande, cominciarono a metter fuoco in quel luogo dove entravano, il che mi fu riferito dalli terrazzani; e perciò subito, essendo li fanti a piè per la fatica stanchi, me n'andai là co' cavalli e assaltammo gli nemici, li quali si ritirarono ad un passo difficile. Nondimeno lo pigliammo e gli seguitammo nella salita, ferendone molti con le lance, salendo nell'alto monte: e tanto alto che, mentre giugnemmo alla cima, né noi ne alcuno de' nemici si poteva muovere, e molti di loro oppressi al gran caldo morivano senza esser feriti in parte alcuna, e due de' nostri cavalli si arrestarono, de' quali uno morí. Ci diedero soccorso molti Indiani amici nostri, e con l'aiuto loro facemmo grandissimo danno agli nemici, percioché, essendo loro oppressi dalla stanchezza e i nostri freschi dal riposo, facevano poca resistenza, di modo che 'l campo, il qual prima si vedeva pieno di vivi, n'era voto ed era ripieno di morti. Venimmo alle lor casette e alberghi, fatti da loro nuovamente in tre luoghi, ciascuno de' quali occupava lo spazio d'una gran città; e oltra li soldati avevano gran numero di servidori, e avevano quivi fatti molti apparecchi per il campo, percioché tra loro erano molti baroni: e lo misero a sacco e a fuoco gl'Indiani amici nostri, de' quali (dico la verità alla Maestà Vostra) ve n'erano venuti piú di centomila. E con questa vittoria discacciammo tutti gli nemici dalla provincia, insino a certi passi di ponti e uscite difficili che essi tenevano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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