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      Feci ancora sapere a Vostra Maestà come subito ordinai che una nave la dovesse seguitare e farle avisate del tutto. E poiché ebbi scritto, piacque a Iddio che alla città della Veracroce arrivò una delle dette navi, nelle quali erano forse centovinti uomini, e fui fatto certo che quel capitano di Francesco de Garai che era venuto da prima era stato rotto, e avevano parlato col medesimo capitano, che si era trovato presente alla rotta: e lo feci avvertito che, s'andavano là, non poteva essere senza suo gran danno e ruina. E mentre stavano in porto con ferma opinione di andare al detto fiume, si levò una fortuna con gagliardissimo vento accompagnata, e rotte le funi sforzò la nave ad uscir fuori, e prese porto nella costa di sopra, lontano dodeci leghe dalla città della Veracroce, nel porto di Santo Iuan; ed essendo smontati di nave con otto cavalli e altretante cavalle che menavano seco, tirarono la nave in terra, percioché ella pigliava troppa acqua. Subito ch'io l'intesi, scrissi al lor capitano, certificandolo che mi erano di grandissimo dispiacere i mali che gli erano intervenuti, e come avevo dato commessione al mio luogotenente, ch'io avevo lasciato nella città della Veracroce, che ricevesse benignamente lui e gli uomini che menava seco, e facesse lor parte di tutte le cose necessarie, e vedesse quel che voleva deliberare e, se tutti o alcuni di loro volessero ritornare alle navi che erano quivi, assicurandogli con la scorta gli lasciasse andare e desse loro ogni aiuto. Il detto capitano e coloro che erano seco avevano deliberato di rimanere, e vennero a trovarmi; dell'altra nave insin ora non abbiamo inteso cosa alcuna, ed essendo ciò stato già molto tempo, molto dubitiamo della sua salute.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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