Io per nome di Vostra Maestà gli ringraziai infinitamente, e cosí con grandissima allegrezza ce ne ritornammo ne' nostri alberghi.
Il giorno seguente, che fu il dí di s. Giovanni Evangelista, comandai che tutti gli signori della provincia di Tascaltecal dovessero ridursi insieme e, ridutti che furono, dissi loro come già potevano ben comprendere ch'io era per muovere il mio esercito contra gli nemici e per entrare nella lor provincia, e molto ben potevano vedere che la città di Temistitan non poteva espugnarsi senza que' brigantini ch'io faceva fabricare, e perciò gli ricercava che dovessero far partecipi gli legnaiuoli e gli Spagnuoli ch'io lasciavo quivi di tutte le cose necessarie, e con loro si portassero di quella maniera che insin allora si erano portati con esso noi, e stessero apparecchiati (se l'onnipotente Iddio ne facesse grazia di ottenere auttorità) quando dalla città di Tessaico io mandassi per le travi, tavole e altri apparecchi per gli detti brigantini. Ed essi promisero di cosí fare, e similmente dissero di voler mandar soldati meco, e quando si condurriano li brigantini essi medesimi signori volevano venire in campo contra gli nemici con tutte le forze delle loro provincie, e morire quando facesse di bisogno, o veramente vendicarsi contra que' di Culua, nemici mortalissimi. L'altro giorno, alli 28 di decembre, che fu il dí degl'Innocenti, mi partii con le genti in ordinanza e andai ad alloggiare sei leghe lontano dalla città di Tascaltecal, ad una certa terra nominata Tezmoluca, sottoposta alla provincia di Guasacingo, gli abitatori della quale hanno tenuto e tengono la medesima amicizia e confederazione con esso noi che hanno quegli di Tascaltecal; e quivi ci riposammo quella notte.
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