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      E giā gl'Indiani cominciavano a chiamare da alcune abitazioni e picciole ville, facendo segno agli abitatori che si ragunassero insieme per offenderci in alcuni ponti e vie strette che vi erano; nondimeno noi tanto sollecitammo che, prima che si ragunassero, eravamo giunti alla pianura, e uscendo in quella ci si contraposero alcune squadre d'Indiani. Io comandai a quindeci cavalieri che andassero ad urtarle, e veramente gli assalirono senza essere offesi, ferendone e uccidendone alcuni di loro. E seguitammo l'incominciato viaggio verso la cittā di Tessaico, che č delle maggiori e piú belle che siano in tutte queste provincie, benché tutte l'altre siano bellissime. Ed essendo li fanti a pič alquanto stanchi per la fatica del viaggio, e avicinandosi giā la notte, alloggiammo in una cittā chiamata Coatebeque, la qual e suddita alla cittā di Tessaico e da lei č lontana tre leghe. Noi quella notte la trovammo tutta vota, ed essendo questa cittā e quella provincia, che č chiamata Aculuacan, grandissima e piena di tanti uomini, e in vero possiamo credere che a quel tempo ve ne fussero centocinquantamilla, pensammo che ci volessero assalire. Io con dieci a cavallo feci la prima guardia, e comandai che tutti li soldati stessero in ordine.
     
     
      Come gli vennero incontra quattro Indiani con una bandiera d'oro in nome del signor Guanacacin chiedendo pace, e la risposta che gli fece il Cortese. Delle terre Coatincan e Guaxuta. Come giunse in Tessaico, e il bando che fece far per il trombetta.
     
      Il giorno seguente, che fu il lunedí, l'ultimo dí di decembre, seguitammo il nostro viaggio con l'ordine solito, e lontano quattro leghe dalla detta cittā di Coatebeque, andando noi dubbiosi e ragionando se ne riceverebbono pacificamente o pur combatteriano con noi, ci vennero incontra quattro Indiani de' primarii con una bandiera d'oro in una verga di peso di quattro marche d'oro, con la qual bandiera davano segno che venivano a noi per chieder pace: e Iddio ci č testimonio quanto noi la desiderassimo e quanto n'avessimo di bisogno, essendo noi in numero sí pochi e lontani da ogni soccorso e posti fra nemici.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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