Come gli abitatori di Thessaico insieme col signore abbandonarono la città. Li signori di Coatican e Guaxuta e Autengo vengono a parlare e offerirsi al Cortese, e la risposta loro fatta. Quelli di Tessaico, udita l'imbasciata de' signori de Messico e Temistitan, presero gli nunzii e menarongli al Cortese: quel che dissero e ciò che gli fu risposto, e come furono sciolti e per qual cagione.
Quel giorno che entrammo in questa città, nell'ora di vespero dell'anno nuovo, attendemmo ad accommodarci, e vedendo il poco numero degli abitatori, e quegli essere inquieti, ci maravigliammo e credemmo veramente che, sbigottiti, non avessero ardir di comparire né camminare per la città: e per questa cagione ce ne stavamo alquanto disprovisti. Ed essendo venuta la sera, alcuni Spagnuoli salirono sopra certe terrazze, dalle quali potevano veder tutta la città, e s'accorsero che tutti si partivano, e portando via le lor robbe con le lor canoe, che essi chiamano acaler, si mettevano nel lago, e alcuni se n'andavano ai monti. E benché io avessi dato commissione che fusse impedito loro il viaggio, nondimeno, essendo l'ora tarda e venuta la notte, ed essi affrettandosi molto, niente giovò. E cosí il signor della detta città, il quale insieme co' primarii d'essa io desiderava per nostra salvezza aver nelle mani, se n'andò alla città di Temistitan, che da quel luogo per il lago è lontana sei leghe, e se ne portarono via le lor robbe. E per mandare ad effetto la cosa che s'avevano pensata secondo il lor desiderio, ci vennero incontra quei quattro dei quali ho detto di sopra, per disturbarmi, ch'io non facessi loro alcun danno, e in quella notte abbandonarono e noi e la lor città.
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