E dopo quattro o cinque dí ritornò il detto maggior esecutore con li detti Spagnuoli e menò il detto don Ferdinando. E de lí a pochi giorni intesi che, essendo egli fratello de' detti signori della detta provincia, a lui apparteneva tal dominio, benché avesse altri fratelli, sí che per questa cagione, e anco perché la detta provincia era senza signore (avendo Cacamacin signor di quella lasciato ogni cosa e fuggitosene alla città di Temistitan), e similmente perché egli era molto amico de' cristiani, procurai in nome di Vostra Maestà che lo ricevessero per signore. E gli abitatori di quella città, benché fussero pochi, lo ricevettero e gli resero poi ubbidienza, e molti che s'erano partiti e fuggiti ritornarono nella detta città e provincia d'Aculuacan e servivano al detto don Ferdinando, e cominciossi poi a riformare e abitar la detta città.
Come li signori di Coatincan e Guaxuta vennero ad avisar il Cortese dell'apparecchio de' nemici,
e quello ch'ei li rispose. Come due terre si ribellarono: il Cortese andò dove scorrevano i nemici e molti n'uccise; que' delle dette due terre vengono a chieder perdono ed è loro concesso,
e quello ordinò per poterlo soccorrere.
Dopo questo, de lí a due giorni mi vennero a trovare li signori di Coatincan e di Guaxuta, e mi dissero ch'io tenessi per certo che tutte le forze di que' di Culua si movevano contra di me e contra degli Spagnuoli, e tutto 'l paese era pieno di nemici; e ch'io dicessi loro se dovevano menar le moglie e figliuoli dove io era, overo ne' monti, percioché essi stavano in grandissima paura.
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