Venuto il giorno, gl'Indiani amici nostri cominciarono a guastare e abbrucciare la città, salvo l'albergo dove noi alloggiavamo, e in questo usammo tal diligenzia che fu abbrucciata la quarta parte del nostro albergo; e ciò fu fatto percioché un'altra volta, quando ci partimmo dalla famosa città di Temistitan essendo stati rotti, gli abitatori di questa città, insieme con que' di Temistitan, in quella ci combatterono aspramente e uccisero molti Spagnuoli.
Come, dimorando in Atacuba, fecero molte scaramuccie, con gran danno de' nemici e senza lesion degli Spagnuoli. Parole che usarono il Cortese e Spagnuoli con li nemici, e le pronte risposte che li furon fatte. Come, ritornando a Tessaico, essendo perseguitati da' nemici, si rivolsero loro adosso e molti n'uccisero, sí che si restarono di piú oltre perseguitargli.
In quei sei giorni che stemmo in questa città d'Atacuba, niun giorno fu che non venissimo alle mani con li nemici e non facessimo scaramuccie; e li capitani di quei di Tascaltecal e i loro soldati facevano molti duelli con quegli di Tascaltecal, e combattevano tra loro e forte e valorosamente, e passavano tra loro di molte cose, e si minacciavano e dicevano villania l'uno l'altro, che senza dubbio era cosa degna da vedere. E in tutto questo tempo morirono molti dei nemici, senza morte di alcuno dei nostri, percioché assai volte entrammo in quelle strade mattonate e nei ponti della città, benché, avendo tanti ripari, facessero gagliarda resistenza. E spesse fiate fingevano di ritirarsi a fin che entrassimo nella città, con dire: "Entrate, entrate, acciò possiate darvi piacere". Alcune volte dicevano: "Vi pensate forsi che vi sia un altro Montezuma che satisfaccia a' vostri desiderii?
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