In quella terra appresso il monte stemmo due giorni, e de lí feci condur li soldati feriti alla città di Tessaico.
Essendoci partiti de lí, arrivammo a dieci ore di giorno alla città di Guastapeque, della quale di sopra è fatto menzione, e fummo tutti alloggiati nella casa del giardino del signore. Il qual giardino è il maggiore e il piú bello di tutti che siano stati mai visti in alcun tempo, percioché egli è quattro leghe di circuito, per il mezzo del quale passa uno notabile fiume, e di luogo in luogo a due tiri di balestra vi sono case co' loro giardini piccioli, con varii arbori di diversi frutti e con erbe e fiori odoriferi. E certamente è cosa bella da vedere la vaghezza e grandezza di questo giardino, nel quale alloggiammo in quel giorno; e gli abitatori ne fecero ogni possibil servigio. Il giorno seguente ne partimmo, e a otto ore del giorno arrivammo ad una gran terra nominata Iattepeque, nella quale n'aspettava un gran numero di gente nemica: ed essendo noi giunti là, parve che volessero portarsi con noi pacificamente, o da paura oppressi o per ingannarci, percioché subito senza venire a convenzione alcuna cominciarono a fuggir e abbandonar la terra. E io non mi curai punto di dimorare in essa, ma con que' trenta cavalli gli perseguitammo per spazio di due leghe insin che gli serrammo in un'altra terra, la quale è chiamata Giluteque, dove molti ne ferimmo e uccidemmo, trovando gli abitatori molto sprovisti, percioché noi arrivammo là prima che giungessero le loro spie, e alcune di loro furono uccise.
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Tessaico Guastapeque Iattepeque Giluteque
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