Furono in questa battaglia feriti venti Spagnuoli, nondimeno ottenemmo la vittoria.
Avendo gli abitatori d'Iztapalapa mandati fuori li fumi da certe torri d'idoli, che erano poste in un colle alto e vicino alla lor città, quegli di Temistitan e dell'altre città poste nel lago conobbero ch'io entravo nel lago co' brigantini, e subito si ridusse insieme gran numero di canoe per assalirci e venire a tentar che cosa fussero li brigantini, e, sí come potei comprendere, erano piú di cinquecento. E vedendo che venivano alla volta nostra, io e quegli che eravamo saliti sopra il colle scendemmo de' brigantini con grandissima prestezza, e comandai a' capitani de' brigantini che per niun modo si movessero, accioché coloro che erano nelle canoe deliberassero d'assaltarci e credessero che noi avessimo paura non avendo ardir d'assaltargli: onde cominciarono con grande impeto a dirizzar le canoe contra di noi, nondimeno a due tiri di balestra si fermarono. E rivolgendomi per l'animo come potessi nel primo assalto ottener la vittoria, e far di modo che mettessimo un grandissimo spavento agli nemici, essendo in loro posta la somma di tutta la guerra, e pensando donde essi potevano da noi e noi da loro ricevere il maggior danno per acqua, piacque a Iddio che, mentre stavamo a guardarci l'un l'altro, si levasse un vento da terra molto a noi favorevole e prospero, di modo che potevamo andar loro adosso: e subito comandai a' capitani che dessero l'assalto alle canoe, perseguitandole finché entrassero in Temistitan.
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