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      Essendo il vento prospero, benché fuggissero quanto potevano, entrammo con impeto nel mezzo de' nemici e rompemmo di molte canoe, e uccidemmo e affogammo gran numero de' nemici, perseguitandogli quasi per spazio di tre leghe, finché gli forzammo entrar nelle case della città. E cosí piacque all'onnipotente Iddio che ottenessimo la maggiore e piú bella vittoria, che noi medesimi non avevamo dimandata né desiderata.
      Coloro che erano all'assedio della città di Cuioacan e che potevano meglio vedere di che maniera eravamo portati da' brigantini, quando viddero li tredeci brigantini in acqua andar con vento prospero, e che battevamo tutte le canoe de' nemici, sí come poi mi raccontarono, ne ricevettero grandissimo piacere. E come ho detto di sopra, ed essi e coloro che erano all'assedio della città di Tacuba desideravano grandemente la venuta mia, e ragionevolmente, percioché l'uno e l'altro esercito era circondato da tanta moltitudine de' nemici che miracolosamente Iddio dava l'ardire a loro e lo toglieva a' nemici, che non uscissero ad assaltare il lor campo; il che se fusse avenuto, non poteva esser senza danno degli Spagnuoli, benché stessero sempre apparecchiati e avessero deliberato o di morire o d'ottener la vittoria, come quegli che erano lontani d'ogni soccorso, salvo da quello che speravano aver da Iddio. Mentre coloro che erano all'assedio di Cuioacan viddero che noi perseguitavamo le canoe, la maggior parte della gente a cavallo e de' fanti che ivi era cominciò a inviarsi verso la città, e aspramente combatté con gl'Indiani, e prese la strada mattonata e gli argini che avevano fatto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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