Similmente ordinai all'esecutor maggiore e a Pietro d'Alvarado che uscissero de' loro alloggiamenti e assaltassero la cittā, che dal mio lato prenderei d'essa la maggior parte ch'io potessi.
E con quest'ordine la mattina a buon'ora uscimmo de' nostri alloggiamenti e a piedi n'andammo per quella via mattonata, e appresso trovammo gli nemici che stavano in quella per difenderne una parte che n'avevano ruinata, di tanta larghezza quanto č lunga una lancia spagnuola, e di tanta altezza avevano fatto un argine: e combattendo insieme con loro valorosamente, alla fine lo pigliammo, e gli seguitammo insino all'entrata della cittā, dove era una torre dedicata a' lor idoli e a pič di quella un gran ponte alzato, sotto 'l quale passava un'acqua alta con un altro argine molto forte. Quando noi arrivammo lā, cominciarono a combatter con esso noi; nondimeno lo pigliammo senza pericolo, avendo d'ogni banda li brigantini, senza l'aiuto de' quali saria stato impossibile di prenderlo. E avendo essi cominciato ad abbandonare l'argine, coloro che erano ne' brigantini smontarono in terra e noi altri passammo l'acqua, e similmente fecero gli abitatori di Tascaltecal, di Guassucingo, Calco e Tessaico, che erano piú di ottantamila persone. E mentre empievamo quel ponte di sassi e di mattoni crudi, gli Spagnuoli presero un altro argine, che era in una contrada delle principali e piú larghe che siano in tutta la cittā, il quale non essendo fortificato con l'acqua, fu cosa facilissima da prenderlo. E perseguitammo gli nemici per la medesima contrada, finché arrivammo ad un altro ponte che avevano levato, salvo la trave larga, per la quale passavano: ed entrando per quella e per l'acqua sicuramente, presto lo pigliammo.
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