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      Gli Spagnuoli, vedendo che non vi era acqua, nella quale suol esser pericolo, deliberarono d'entrar nella piazza. Li cittadini, vedendo che la deliberazione si mandava ad effetto, e vedendo la grandissima moltitudine degl'Indiani nostri amici, benché ne facessero poca stima senza la presenza degli Spagnuoli, nondimeno si diedero a fuggire, essendo gli Spagnuoli e dagl'Indiani amici nostri seguitati tanto che gli sforzarono entrare in una piazza dove stanno i loro idoli, la qual è circondata di muro e, come si è detto nell'altra relazione, è di sí gran circuito che si potrebbe far dentro una città di quattrocento case. Questa piazza subito fu abbandonata da loro, e gli Spagnuoli e gli Indiani amici nostri la presero e si fermarono alquanto in quelle torri. Li cittadini, vedendo che non c'erano i cavalli, andarono addosso agli Spagnuoli e per forza gli cacciarono delle torri e della piazza, per la qual cosa li nostri si viddero in grandissimo pericolo, ed essendosi ritirati si fermarono piú a basso ne' portici della detta piazza; ma, essendo gravemente battuti da' nemici, ritornarono alla piazza, della quale essendo discacciati furono costretti a tornar nella contrada, di modo che ne tolsero un pezzo d'artegliaria che vi era. Gli Spagnuoli, non potendo sostener l'impeto de' nemici, con grandissimo pericolo si ritirarono: e con effetto sariano stati in grandissimo pericolo, ma piacque a Iddio che in quell'ora sopragiunsero tre a cavallo ed entrarono nella piazza. Gli nemici, avendogli visti, pensando che fussero maggior numero, si misero in fuga, e i nostri presero il cortile e la piazza della quale di sopra ho fatto menzione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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