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      E finalmente Pietro d'Alvarado se ne ritornò al suo campo.
      Quel giorno, essendo io tornato al nostro campo, intesi quel che gli era avenuto, di che presi grandissimo dispiacere, essendo ciò un dare occasione a' nemici di pigliare ardire, e di credere che a niun modo per l'avenire dovessimo aver animo d'assaltargli. La ragione perché Pietro d'Alvarado aveva deliberato d'espugnar quel luogo difficile fu perché, come ho detto, egli si vedeva per la maggior parte aver presi i luoghi forti de' nemici, ed essi mostravano qualche paura e stanchezza; e spezialmente fu perché coloro che erano nel suo campo facevano grande instanza che egli prendesse la detta piazza, la quale essendo presa, pareva che fusse presa quasi tutta la città. E tutto ciò avenne per il desiderio e stimolo degl'Indiani che si trovavano presenti, i quali, essendo nel detto campo e considerando li continui assalti ch'io davo alla città, pensavano che io piú tosto di loro prenderia la detta piazza: e perciò Pietro d'Alvarado era grandemente sollecitato. Il medesimo interveniva a me nel mio campo, percioché gli Spagnuoli instantemente sollecitavano che entrassimo per una delle tre vie che arrivavano nella predetta piazza, non avendo noi impedimento alcuno; la quale si era presa, ci restava minor fatica. Io dissimulavo in tutti li modi ch'io potevo, benché di ciò non dicessi la cagione: e questo era per li pericoli e disturbi che mi s'appresentavano, conciosiaché avanti l'entrata della piazza si trovassero molte terrazze, ponti e strade guaste, di modo che tutte le case donde dovevamo passare erano come isole nel mezzo del mare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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