E l'esecutor maggiore parlò col signor della provincia, e gli fece intendere che egli ben doveva sapere che io ricevevo benignamente tutti coloro che venivano ad offerirsi per vassalli di Vostra Maestà, avegna che avessero sommamente errato, e lo pregavo che parlasse agli abitatori di Matalcingo, che venissero a trovarmi: e cosí promise di fare, e d'indurre anco gli abitatori di Marinalco a pacificarsi con esso noi.
L'esecutor maggiore, avuta questa vittoria, se ne ritornò al campo. E quel giorno che egli arrivò, alcuni Spagnuoli stavano combattendo nella città, e li cittadini fecero loro intendere che 'l nostro interprete andasse là, che volevano trattar la pace, la quale (come poi si vidde) non la volevano se non ci partivamo di tutta la provincia: e questo fecero accioché gli lasciassimo riposare per qualche giorno, e per fornirsi d'alcune cose delle quali avevano di bisogno, benché non gli trovassimo mai schifi del combattere. Mentre la cosa si trattava per interprete, essendo li nostri vicini agli nemici, percioché non v'era altro di spazio che un ponte alzato, un vecchio de' loro si cavò di seno alcune cose, che egli mangiò, per mostrar che non erano astretti da necessità alcuna, avendo noi fatto loro intendere che morirebbono di fame. E gli amici nostri avisavano gli Spagnuoli che quella pace era finta e che dovessero combattere con loro; nondimeno quel giorno non si combatté, percioché i principali della città commisero all'interprete che mi parlasse.
Circa quattro giorni dopo la tornata dell'esecutor maggiore dalla provincia di Matalcingo, i signori di quella e di Marinalco e i signori della provincia di Guiscon, che è larghissima e s'era anco ribellata, vennero al nostro campo e mi pregarono umilmente ch'io perdonassi loro i passati errori, e mi promisero di volerci servire e di mandare ad effetto le loro promesse: e continuamente insin ora ci hanno servito.
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