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      Essi risposero che lo fariano volentieri e che era buona deliberazione, e n'ebbero grandissimo piacere, essendo questo un modo da gettare a terra tutta la città, il che era da tutti grandemente desiderato.
      Fra questo mezzo che si deliberava di queste cose passarono tre o quattro giorni, e li cittadini si pensarono che noi trattassimo qualche gran cosa contra di loro, e noi sospettammo che ancora essi, per quel che poi si vidde, apparecchiassino ogni cosa possibile a lor difesa. E posto ordine co' nostri amici che dovessimo andare a combatter la città per acqua e per terra, il giorno seguente doppo la messa cominciammo andare verso la città, e giunti che fummo al passo dell'acqua e all'argine che è nel principio delle case grandi poste nella piazza, e volendolo noi combattere, i cittadini accennarono che ci fermassimo, dicendo di voler venire alla pace; e io comandai a' nostri che lasciassero di combattere, e feci intendere che 'l signor della città dovesse venir là a parlarmi, acciò si potesse trattar la pace. E dicendo che alcuni erano andati a chiamarlo, mi tennero a bada piú d'un'ora, non avendo essi veramente desiderio alcuno di pace: e con veri effetti lo mostrarono, che, essendoci noi posati, incontinente cominciarono a tirar freccie, bastoni aguzzati e sassi contra di noi. Noi, veduto questo, cominciammo a combatter l'argine e, avendolo preso, entrammo in piazza: e la trovammo piena di gran sassi, che ve gli avevano messi accioché gli uomini a cavallo non potessero scorrere, de' quali temono solamente in luogo fermo e aperto; e trovammo una contrada serrata con sassi soli, e di sassi l'altra medesimamente ripiena, a fin che li cavalli non potessero scorrer per tutto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486