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      Pigliammo anco due ponti d'altre strade che sono appresso quella che si va in piazza, acconciando di molti cattivi passi, di maniera che di quattro parti della città n'avevamo prese tre: e gli nemici niente altro facevano che ritirarsi a' luoghi piú sicuri, cioè alle case che erano poste in acqua.
      Il giorno appresso, che fu la festa di san Giacomo, col predetto ordine entrammo nella città e, seguitando d'andare per quella contrada onde si va alla piazza, pigliammo una strada larga nella quale era acqua, dove gli nemici si pensavano esser molto sicuri: e veramente nel pigliarla dimorassimo assai e ci trovammo in molti pericoli, né avemmo possanza in tutto quel giorno di far tanto che, per esser ella molto larga, la potessimo riempiere del tutto, sí che li cavalli potessero passare all'altra strada. Ed essendo noi tutti a piedi e gli nemici vedendo che li cavalli non erano passati, molti di loro de' piú freschi e de' piú valenti ci vennero ad assaltare, ai quali di subito facemmo resistenza; e avendo con esso noi molti balestrieri, gli nemici se ne ritornarono agli argini e ripari che avevano fatti, benché molti ne morissero feriti di saette; e in questa battaglia tutti gli Spagnuoli adoperorno le loro aste, che in Spagna chiamamo picche, le quali io avevo fatte fare dopo la nostra rotta: il che ne fu di grandissimo aiuto. Dall'altro lato in quel giorno non attendemmo ad altra cosa che ad abbrucciare e a gettare a terra le case di quella contrada, che era cosa miserabile da vedere; e non potendo far altro, eravamo forzati a seguitar quell'ordine.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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