E cosí ne ritornammo agli alloggiamenti. Io ordinai che in quel luogo quadro che è nel mezzo della piazza fusse apparecchiato un letto da seder basso per il signore e per li primarii della città, come essi sogliono avere, e oltra di ciò apparecchiassero anco da mangiare: e cosí fu fatto.
Il giorno seguente, entrando nella città, comandai alle nostre genti che stessero apparecchiate, accioché se li nemici ci ponessero insidie, che non ci trovassero disprovisti; e il medesimo fece intendere a Pietro d'Alvarado, che ivi medesimamente si ritrovava. Subito che arrivammo al palazzo, ordinai che fusse fatto a sapere a Guautimucin che io l'aspettavo in piazza; il quale, sí come poi si vidde manifestamente, deliberò di non venirvi, e mandò cinque de' principali della città, i nomi de' quali, non facendo molto a proposito, non gli racconto. Giunti che furono, mi dissero che 'l lor signore mi faceva a sapere e pregare che io gli perdonassi se non era venuto, che per paura egli non ardiva di comparirmi avanti, e oltra di ciò si sentiva mal disposto; e che in vece sua erano venuti essi, e che io comandassi quel che io volevo, che lo manderiano ad esecuzione. Noi, benché il lor signore non fusse venuto, nondimeno avemmo grandissimo piacere della venuta delli sopradetti primarii, parendoci che fusse la via da metter tosto fine all'impresa. Io gli ricevetti benignamente, ordinando che fusse dato loro da mangiare e da bere, onde mostrarono la fame che essi pativano. Poiché ebbero mangiato, dissi loro che parlassero al signore, che non temesse punto, ch'io promettevo loro la mia fede che, se veniva alla mia presenza, non lo lascierei offendere, né in modo alcuno saria ritenuto; e che in vero bisognava che egli venisse, non si potendo senza la persona sua né trattare, né concluder cosa buona.
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Pietro Alvarado Guautimucin
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