Io montai sopra una loggia e, prima che entrassero a combattere, parlai con alcuni primarii della città conosciuti da me, dimandando loro per qual cagione il lor signore non volesse venire alla mia presenza, aggiungendo che, poiché si vedevano giunti all'estremo, non dessero essi medesimi occasione di morir tutti, ma che lo dovessero chiamar fuori senza temer di cosa alcuna. Parve che due de' primarii andassero a chiamarlo, e poco dopo ritornò con essi uno de' principali tra loro, nominato Ciuacoacin, che era duce e governatore di tutti loro, per consiglio del quale erano indrizzate tutte le cose della guerra. Io me gli mostrai grato e benigno, accioché, lasciando la paura da parte, prendesse speranza e sicurtà. Egli m'annunciò che 'l signore a niun modo voleva comparir dinanzi a me, anzi piú tosto voleva morire che condursi a far questo, ed esso n'aveva gran dispiacere, sí che facessi io quel che mi pareva. Avendo compreso l'animo suo, dissi che se ne ritornasse a' suoi, ed egli con loro insieme s'apparecchiasse, ch'io volevo entrar a combattere con loro e ucciderli tutti.
E avendo noi consumato piú di cinque ore in simili ragionamenti, li cittadini tutti stavano sopra li corpi morti, e alcuni in acqua: alcuni notavano e alcuni si sommergevano nel lago dove si ragunavano le canoe, che era molto largo. E sí grandi erano le lor miserie, che niuno saria bastante a poter pensare come le potessero sopportare; e grandissima moltitudine di donne e di fanciulli correvano a noi, e affrettandosi ciascuno d'esser il primo, e venivano a gettarsi l'un l'altro in acqua e anco affogarsi tra li corpi morti.
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Ciuacoacin
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